giovedì 15 marzo 2012

la misura della rabbia





Ci vorrebbe una misura del crampo che prende alla pancia certe volte, un goniometro della rabbia. Ci vorrebbe ancora un maledetto sistema metrico decimale delle disperazione, una scala Richter delle maledizioni al cielo. Una convenzione con un metro campione depositato all’istituto mondiale del dolore, così da agevolare certa narrazione che s’arena dove le parole, tutte le parole, non bastano più.
Ci vorrebbe almeno una canzone.

Ho conosciuto musicisti che hanno cantato la loro canzone migliore guidando in macchina con me verso il mare e dimenticandosela all'autogrill. Ho conosciuto donne dai pensieri affilati che troppo spesso ci hanno dato un taglio. Ho conosciuto l'odore della morte di troppi, tutti lo stesso giorno, tutti in fila come birilli di un bowling maledetto. Ho conosciuto persone che sopperivano alle volute calcificate del loro cervello con un uso disinvolto del luogo comune. Ho conosciuto mitezze che nascondevano la fottuta maledizione di non aver coraggio mai, una buona ragione per pugnalare nel buio, per esercitare la delazione, per garantirsi quell'ernia esistenziale che sempre regala l'anonimato e il nome d'arte. Ho conosciuto maschi con la macchina giusta, l'orologio giusto, le sopracciglia giuste, la camicia giusta e niente da raccontare, accoppiati a femmine altrettanto giuste con la pelle abbronzata anche dalla nebbia e il tacco spacco e le parole accelerate da una furia cieca tutta scaricata sullo smartphone continuamente cambiato con uno più nuovo. Ho conosciuto idraulici che ti giurano che non dico tutte ma almeno una su tre quando ti presenti in casa... Ho conosciuto politici che comunque la pensassero volevano spiegarti che la pensavano come te. In fondo. Ho conosciuto insegnanti vuoti come bottiglie spiaggiate, rimasti anni alla deriva, dondolati dall'onda delle supplenze e dal respiro accelerato dalla pubblicazione della graduatoria, entrare in classe senza sapere perchè mai fossero finiti lì. Ho conosciuto gente che si presentava a mano tesa dichiarando d'essere artista. Ho conosciuto gente che si presentava a pugno teso dicharando d'essere anarchico. Ho conosciuto gente immaginarsi l'uno e l'altro senza che nulla desse adito ma all'aperitivo con gli altri artisti tutto filava liscio. Ho conosciuto gente marcatamente segnata da tare agghiaccianti inneggiare alla razza pura. Ho conosciuto parole e carne che ne valeva la pena malgrado tutto.

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