lunedì 7 marzo 2016

I signori del signoraggio






E oggi mi sveglio presto. prima di andare a lavoro devo passare dalla banca. Ho un conto asfittico in una banca a Udine che a Torino ha un solo sportello, lontano da casa mia e in una zona dove parcheggiare è impossibile. Nessun problema quando ho la moto ma capita che stanotte, dopo una cena io, Federico e Tiberio, mentre rientravo a casa, ho pensato bene di lasciare a fiato sospeso la città con un numero di motociclismo circense. Al semaforo di via Nizza, con la marcia inserita, cerco di far vincere il freddo della notte al motore con qualche botta di acceleratore. Si spezza il cavo frizione e la moto parte su una ruota sola con il srosso pieno. Proiettato di violenza in mezzo all'incrocio su una ruota sola. Lo so che se si spegne quella bestia lì,
senza frizione diventa un incubo e non parte a marcia inserita e quindi resto con la prima dentro e poi butto la seconda di prepotenza e me la faccio fino a casa tra incroci della morte e cavalcavia. Senza mai fermarmi, in piedi come un trialista su quattrocento chili di ferro e un cavo rotto. Arrivo a casa che è notte e il traffico m'ha graziato.
Insomma oggi mi sveglio e non posso andare in moto in banca. Devo andare in banca. Succede una volta all'anno che io vada in banca. Dice che questi delle banche fanno il signoraggio e mi sembra davvero una cosa spregevole. Non ci vado mai in banca, che vivo il mio rapporto con la banca come una sorta di pratica dell'assenza e il fatto che al mio nome corrisponda davvero un uomo vivo per loro, dietro lo sportello, è cosa remota e solo in grazia della statistica e di quei soldi che ogni tanto arrivano sul conto, fanno finta di crederci e insistono nella loro turpe pratica del signoraggio. Insomma Ste mi dice che oggi dobbiamo andare in banca, che quell'assegno se lo porta dentro la borsa da natale e ora tocca poggiarci la pezza a quelli del signoraggio altrimenti ci signorano i mobili di casa. Prendo il MIllennium e m'avvio sapendo già che per il parcheggio dovrò maledire il cielo e i signori del signoraggio. E invece c'è un posto liberio e grande quanto il Millennium che non è certo una city car, come dicono agli apericena. Parcheggio e Ste mi chiede se ho in tasca coltelli, cacciaviti, pinze pieghevoli, pinze e basta, molti bulloni e anche la mia anima blindata non la convince, che lo sa solo lei quanti casini ho passato ogni volta che c'è da confessare la parte metallica della mia vita.Rido e nego e lei mi ricorda il check in di due anni fa a Caselle che quasi mi danno la sedia elettrica e io giuro e dico fammi la perquisa che tanto lo so che tu sei dalla parte del signoraggio. Sul marciappiede mi fermo davanti a una agenzia di investigazione e penso che ora che il lavoro sta appeso a un filo potrei fare il detective ma anche mangiare alla caritas pare una bella ipotesi. E intanto lo dico a Ste che va avanti e cerca di non darmi retta che lo sa che io sono cintura nera di tempo perduto quando non c'è tempo da perdere. Arriviamo davanti alla porta della banca e per la pratica del signoraggio credo sia necessario averci la porta consistente in un tubo girevole trasparente che tu ci entri e quello ti scruta e decide se sei buono per entrare nel tempio del signoraggio. Entra Ste e il tubo giro con una riverenza galante. Poi tocca a me. Lo sapevo che non ci volevo venire. Il tubo mi imprigiona e si blocca. Una voce sintetizzata mi dice "attenzione, entrare nella porta di sicurezza uno alla volta". Tiro un pugno sul vetro e il cassiere mi guarda imbarazzato. Grido "non siamo in due, sono solo io. Ce l'avete con quelli grossi... ". Si apre la porta e il tipo allo sportello dice "forse è per via del berretto" ed è chiaro che il signoraggio nella sua pratica brucia più cellule cerebrali del crack. Il berretto. Dimmi tu. Questi del signoraggio ce l'hanno con i diversamente magri. Chiaro come il Cartizze. Verso l'assegno, che a versare son bravo. Il tipo resta imbarazzato e forse il fatto che io lo tormenti con la storia che sono dei razzisti e che quelli grossi hanno diritto di non essere messi in croce da quelli che fanno del signoraggio una pratica quotidiana di vita. Ste ride e mi dice che 'sta dieta che sbandiero da settimane non viaggia molto veloce e forse ci devo lavorare ancora sopra. Poi usciamo e andiamo al bar e la porta non fa più storie all'uscita, Ovviamente. Faccio colazione e c'è il sole e il barista ha la maglietta dei Minions punk e già vorrei mollare tutto e andarmene al mare con Ste. Ma c'è da andare e fare, anche se le certezze sono l'unica cosa magra di questo mio presente. E poi magari voglio andare a vedere che cazzo è il signoraggio.Giusto per sapere.