giovedì 21 ottobre 2021

CANZONE PER L'AUTUNNO

 



Con il tuo schierarti deciso e la certezza della storia che non hai studiato mai. Con i tuoi gerarchi che ora, sui social, puoi fare eroi senza quella vergogna che era un sospetto quando stavi da solo nella tua stanzetta e già pensavi che dove c'era la morte di milioni c'era ordine e quindi era buono. Con la tua stanzetta da riordinare e tua mamma a darti del briccone e a farlo per te. Con il tuo lavoro sicuro e le strade che son sempre meno sicure e la sicura della Beretta da accarezzare. Con i tuoi colpi partiti accidentalmente e un figlio di sei anni morto nel tinello con un buco in fronte. Con la tua palestra per essere forte e non riuscire nemmeno a sollevare la pagina di un libro. Con i tuoi stupri cattivi e stupri buoni. Con il tuo credere che si stava meglio quando tu non c'eri ma ti pare di saperlo pari pari perché quell'ordine di prima ti fa una gola pazzesca e ti regala un brivido che è già sesso. Con quell'impaccio di non riuscire a far l'amore e a spingere e a guizzare e a mordere e a sorridere e a perderti nella carne e la carne, e dici che è colpa di questo tempo avvelenato. Con la paura della morte che ti fa tenere d'occhio i passi sulla app e le calorie e elimino questo e eliminare è buono. Con la paura dei negri. con la paura degli zingari.con la deferenza con cui saluti quello della banca. Con tuo padre meridionale, che vi sentite ogni tanto ma loro son venuti per una vita nuova. Con la tua bella militanza di sinistra oggi, quella roba lì di essere democristiani ma vestiti casual. Con la tua bella forza ideologica che spendi sul social e poi basta, che quando mi hanno licenziato stavano tutti zitti. Con i poveri, i ricchi e quegli altri. Con le vacanze che finiscono e vivere undici mesi sentendoti quella roba lì che sei solo per tre settimane se togli natale e pasqua. Con la tua maglietta dell'Italia agli italiani e le tare che ti porti addosso, che te lo immagini da solo che ci fosse davvero la selezione della razza tu saresti già nell'umido. Con la fede e la preghiera e appena uscito dalla messa odiare e odiare e sospettare e accogliere un cazzo. Con la macchina dei tuoi sogni. con la casa dei tuoi sogni. con questa maledizione che la mattina ti svegli e non ti ricordi mai cosa hai sognato.
Com'è che non riesci più a volare?




venerdì 1 ottobre 2021

Lui camminava ed io correvo

 


Lui camminava ed io correvo. 

Era tutto il giorno che giravamo con mio padre i boschi alla ricerca di funghi. Il bottino era davvero magro e io avevo riempito lo zaino di tela di mele di qualche albero abbandonato al suo destino da decenni e che ancora si ostinava a buttar fuori certi frutti butterati. Ma per me era comunque una soddisfazione e mia madre di sicuro il giorno dopo avrebbe fatto una torta recuperando al palato quei frutti vaiolosi. 

Scendiamo in una valle verso un gruppo di betulle, lo stesso posto dove anni dopo, durante una scossa fortissima di terremoto, vedemmo i cinghiali correre impazziti gridando. E non potevamo credere ai nostri occhi. Solo se vai a funghi puoi capire il senso di vertigine che può prenderti quando all'improvviso ti imbatti in un campo riempito di mazze di tamburo o in una zona dove trovi porcini sparsi dovunque provi a guardare. 

Porcini e ancora porcini. Grossi, vellutati. Sembravano finti. Li raccogliamo e riempiamo tutto quello che abbiamo con noi e che può contenerli. Siamo felicissimi. Arriviamo alla macchina e mio padre dice "Però mi è venuta fame, facciamoci due porcini alla brace". Mia madre obietta che non abbiamo niente per cucinarli e se lo dice lei che riusciva a fare il sartù sul fornello della roulotte quando eravamo assediati dal sisma. Ma mio padre m'ha insegnato a improvvisare, a inventare, a viaggiare, a scoprire, a cercare nei libri e negli occhi delle persone e nella terra e nell'aria e nell'acqua. Apre il cofano della Fiat 124. Tira fuori le catene da neve, che all'epoca erano catenazze degne di una nave negriera. Accende un fuoco, che in macchina sua e anche nella mia non manca mai qualcosa per accendere un fuoco e un sacchetto di sale. La fiamma si alza tra i rami secchi e sta diventando buio. Tutta la famiglia attorno a quel fuoco bordato di pietre. Ridiamo. Poi mio padre butta le catene dell'auto sulla brace viva e le fa arroventare. Ci appoggia le più succulente tra le cappelle dei porcini e ci mette un pizzico di sale. Usiamo dei bastoncini a cui abbiamo fatto la punta come posate. Io funghi buoni così non ne ho più mangiati in vita mia.

Mio padre sapeva il nome di tutte le piante e sapeva seguire le tracce degli animali e sapeva prendere le trote con le mani e ora un po' queste cose le so fare anche io e un po' anche mio figlio. Mio padre è morto esattamente cinque anni fa. Mentre moriva io ero lì e lui mi diceva che quelli della casa editrice erano stati gentili a darmi tre mesi di ferie per stare con lui. Gli ho mentito mentre moriva e non gli ho detto che quelli della casa editrice se n'erano fottuti di lui, della sua morte imminente e anche di me che in quel momento non avevo nessuna difesa. E ero lì con lui mentre moriva e e lui m'ha consigliato di leggere "Viaggio al termine della notte". Io l'avevo già letto ma ho capito cosa mi voleva dire. Ciao, forse ci si rivedrà dall'altra parte e se non c'è nulla non importa. Il sapore di quei funghi è valso tutto.