domenica 21 giugno 2015

LA PELLE DEI PELLEGRINI





Max Liotta


Sul Po c'è il borgo medievale, che è una sorta di mastio cavalleresco, ne ha l'odore come i fondali di cinecittà sanno di lontano west, e ci sono le botteghe e le torri e le travi di legno. Ci portano i turisti al borgo medievale e, visto che c'è l'ampio parcheggio di Torino Esposizioni, ci arrivano le corriere che schiumano dalle lamiere il sudore dei pellegrini. Quando si aprono le porte di quelle carrozze caricate a fede si sente la zaffata delle scatolette del cibo per gatti ma deve essere parte del grande disegno di redenzione. La sindone, vengono per vedere il lenzuolo su cui c'è impressa l'impronta del figlio del loro dio. Vengono a far pegno di fede, quella stessa fede che predica accoglienza e inclusione e pace e già i conti non mi tornano, che questi sono migliaia e migliaia e fossero tutti davvero quello che dicono questo mondo sarebbe un mondo diverso sul serio e invece a volte mi scopro da solo a fare esercizio di quello che predicano. Troppo spesso mi capita, senza chiedere il premio di dio ma solo per il rispetto che porto a carne come la mia. Ma non è questo il punto. Questi arrivano al borgo medievale che è una cosa posticcia, il capriccio di uno coi soldi che s'è fatto costruire un presepe a grandezza naturale a bordo Po quando il medioevo era finito da un gran pezzo. Un falso. L'ennesimo messo a tiro dei passi dei pellegrini e della loro pelle. E si fanno le foto e costruiscono il racconto corale degli archivi fotografici domestici e quando gli chiederanno di Torino ricorderanno la fortezza medievale che non esiste. L'inganno sulla pelle dei pellegrini. E ci vengono dopo aver visto un lenzuolo su cui inspiegabilmente c'è impressa l'orma tutt'intera del corpo del figlio del loro dio, quello che mangiano in guisa di pane e vino e in evocazione di sangue e corpo tutte le domeniche per trasfondere nel loro corpo il benedetto bene. Liberissimi di farlo e liberissimi di crederci in faccia a tutti i Lorenzo Valla della terra che sono stati sempre dimenticati subito in favore del potente racconto del miracolo e dell'orma del cristo e pure del borgo medievale. 

Sono venuti a frotte in questi giorni che c'è il papa e hanno fatto filotto. sono andati a vedere Tiziano Ferro allo stadio ieri sera e oggi il papa buonissimo, il più buono di sempre, e il lenzuolo e pure il borgo medievale e pure l'autogrill prima di Barriera. Ma voi l'avete mai guardata la pelle dei pellegrini, proprio la pelle, quella che si sono venduta le agenzie di viaggi e i conventi che ospitano cena e colazione compresa e i produttori di sandali e bandierine bianche e gialle. La famiglia Renzi, per dire, s'è fatta le ossa robuste traghettando pullman e pullman di pellegrini, per dire come vanno le cose e come serve quella pelle a fare borse robuste. Se ci pensi, tutto torna. La pelle dei pellegrini è tovaglia di banchetto. e il papa buono ha tuonato con il sorriso, lui tuona così, contro le banche che hanno strozzato il mondo. Dico, papa buonissimo, ma mi prendi per pandolo o cosa. Ma lo capisci da solo che i tuoi ci stanno con i piedi in tutte e due le scarpe dentro quel sistema lì delle banche o cosa? Ma ti è chiaro che siete azionisti del peggio? Lo vedi che le città quando hanno palazzi di pregio è sempre roba tua. Non ti viene il dubbio che questo esercizio di potere che dura duemila anni ha un prezzo e non da saldo. Ma fai sul serio? Ancora non mi sono ripreso da quando ci hai rimbrottato, papa buono come il pane e pure il vino, che nella nostra società le femmine le trattiamo come esseri inferiori e io e la mia donna facciamo da sempre lo stesso lavoro e spendiamo le stesse maledizioni al sudore e dividiamo pure i sorrisi e ceri morsi che voi vi negate chissà perchè. E tu vieni a dirmi che io sono discriminante con le femmine? A me? Con che faccia esci dalle tue stanze e tutto intorno a te le donne stanno a far le serve velate e sono spesso pescate ai giacimenti di umanità a costo spirituale zero dei paesi poveri e fuggono ma invece di un barcone scelgono di pregare per te e di essere lo zerbino tragico del tuo sistema complesso di potere. Ma ci hai creduto davvero alla loro vocazione o fai buon viso a buon papa? Dove sono le femmine nella tua regola del mondo, dove sono le banche nella tua regola del mondo? Cosa ti raccontano per tenerti buono come il pane e come il vino o cosa ci racconti per fare altrettanto? Dove tessete i vostri sudari impressi di un corpo ucciso per la nuova e l'eterna alleanza? Con chi vi siete davvero alleati? Non mi tornano i conti. Dove stanno stese nel tuo mondo le pelli dei pellegrini? Dov'è il bene? E la pace?

Stavo lì a annusare questa vita, che mi pare già qualcosa da non sottovalutare, sperando in qualcosa di meglio e li ho visti arrivare. Mi tenevo abbracciato a carne uguale e diversa da me e ridevamo e mangiavamo un gelato. A bordo Po. Sono arrivati due giovani pellegrini, vestiti di un'umana bruttezza da discount dell'esistere. trascinavano marsupi e bottiglie e odiosissimi trolley, che il viaggiatore vero viaggia leggero, e erano unti di quel sudore cosmico che emette questa tua massa uggiolosa che tornerà a casa e odierà quelli che arrivano dal mare e quegli altri che rubano il rastrello, senza dar segno di aver capito, distratti pellegrini che nient'altro siete, che la terra loro la zappano ma appartiene alla banca e spesso la banca è la tua. E gli hai detto che far l'amore è peccato e ridere è bene solo se si ride quando ridi tu. I tuoi ministri danno di testa al muro guardando immagini di voglia a bassa definizione in rete e si sfogano strozzandosi nel peccato di una cosa che peccato non ha e sfiorando di nascosto e toccando le carni più deboli, quelle che non sanno rispondere. Sempre in nome di questo amore che non mi torna ma che urlate in coro come urlavate davanti al rogo dell'eretico e della strega. Lo chiamate amore. E questi due a bordo Po avanzavano barcollando ubriachi di qualcosa che doveva essere afflato spirituale ma pareva maledetta stanchezza. Stavano tornando ai loro carriagi e poi verso casa. Tutto compreso. Facce tristissime. Poi lei si è fermata, ha preso il cellulare e ha steso il braccio, quanto presagio di sciagura quando sul mondo si stende un braccio in avanti e quando è capitato non è che avete scosso le mura pesanti del vostro bene, e s'è disposta al selfie. Lui ha preso posto, il posto concesso a quel tipo di foto sghemba, nell'inquadratura e hanno sorriso, un enorme sorriso durato il tempo dello scatto. S'è spento lo schermo e pure le facce. Lei ha condiviso sul social qualcosa e hanno ripreso a camminare senza parlarsi e quello loro doveva essere il passo dell'oca dell'amore universale che marciava sul mondo. Non ho potuto contenere un guizzo di terrore. Ma è stato solo un attimo.
 
Tra le travi del borgo medievale, che se allunghi la mano le tocchi, ci sono le rondini che fanno i nidi ma i pellegrini non le vedono e non le sentono, però loro credono esista il paradiso dall'altra parte. Il paradiso della pelle dei pellegrini.