domenica 29 ottobre 2017

strega comanda calor








Nel bosco, a qualche decine di metri da casa mia, vive la donna tasso. La casa è lì a un tiro di respiro e in fondo al sentiero inghiottito in quell'intrico di rami che non sono mai stati tagliati apposta, così mi immagino, per diventare le dita dei morti che ti graffiano la faccia al primo accenno di oscurità e tenerti lontano. La casa è grossa e di pietra ma dice che lei occupa un'unica stanza a piano terra e dorme da sempre seduta su una vecchia sedia di legno e nelle camere da letto non ci sale mai e tutto è rimasto come quando c'erano la sorella e il fratello. Tipi strani anche quei due. Sempre tra di loro. Dice che quando hanno asfaltato la strada fino da noi, me l'ha detto in guardacaccia il giorno che sono arrivato in quella casa potendo dirla mia, le due sorelle si sono ribellate. Non volevano assolutamente che fosse facile arrivare a casa loro, quella strada proprio non la sopportavano. E lei, proprio lei, si è avventata sul povero guardacaccia e gli ha azzannato un polso lasciandogli una profonda cicatrice. Inghiottita nel silenzio di quella casa massiccia, puoi non vederla per mesi. I nipoti, quelli che hanno la trattoria proprio all'inizio della strada che comincia a salire per arrivare da noi, le portano la spesa ma sono sicuro che anche da sola, lì nel bosco, potrebbe cavarsela. Veste come le streghe dei film, con i vecchi enormi vestiti del fratello e scarpe incredibilmente fuori misura e gonne ricavate da vecchi stracci e grembiuli e tele cerate e cappucci. E ha quegli occhi e il naso che sporge. L'ho sentita gridare, ho sentito lanciare maledizioni che forse erano rivolte anche a me. In tutti questi anni non ha mai risposto al mio saluto ma ci ha spiati per ore nascosta nel fitto della vegetazione. La vedevo, erano i cani a intuirla e cominciavano a ringhiare verso gli alberi e allora sapevo che lei era lì. Poi l'ho vista camminare tra i cespugli a quattro zampe parlando fitto e senza sospettare che fossi lì. Ancora l'ho vista gridare ai corvi frasi senza senso e uscire di casa a minacciare gli operai dell'acquedotto. Daniele da quando era piccolo ne ha una paura fottuta che il tempo non gli ha tolto. Può andarsene in giro nel bosco da solo di notte, può mollarsi giù dai sentieri a rompicollo con la bici ma se vede lei tra i cespugli rientra in casa ancora adesso. Per me, con il tempo, è diventata la donna tasso. Si muove lenta e sbuffando come quelle bestie lì la notte. Vive come il tasso in un mondo in bianco e nero. Così mi sono immaginato. E continuo a salutarla senza aspettarmi nulla perché non si è mai sentito di un tasso che abbia risposto al saluto.
Non ignoro che in altre epoche quelle come lei le bruciavano. Non ignoro che la gente tutt'insieme è capace anche di questo perché può contare su quel vizio dell'ottuso che muove la massa mugghiante afflitta dalla paura di non sapere. Quelli che decidono chi può stare e chi deve andare, chi può vivere e chi deve morire, chi può parlare e chi deve sempre tacere.
Per questo non è facile venirmi a cercare nel mio bosco.