Riti di passaggio. Lei stava al mare, un mare del sud. La vado a trovare
e restiamo tutto il giorno insieme. La sera mi riavvio verso la
statale. Chiedo un passaggio. Sparo un passagio. Quello che vi pare. Sto
lì e sono ancora troppo giovane per fare davvero paura. Ho imparato che
dai quaranta in poi, quando spari il passaggio la gente o si schifa o
si spaventa e alla fine quelli che si fermano sono sempre la feccia
dell'umano genere. Per un fatto di affinità immagino. Quella sera sto al
buio della statale per un'ora ma è così che va quando spari il
passaggio ed è un po' come andare a pesca, devi lavorare sull'attesa
come una possibilità per il pensiero e il respiro. Sparare il passaggio è
rigenerante, specie se hai chiavato tutto il giorno chiuso in una
cabina del mare con le assi di legno che scricchiolano e la sabbia che
si infila ovunque. Stavo lì, intorpidito dalla temperatura della notte
che avanzava. un paio di scarpe di tela, un bermuda militare con le
tasche strappate e una maglietta di una squadra di qualche sport che non
ho mai saputo ma che avevo recuperato dai banconi delle pezze americane
pagandola un nulla. Non mangiavo dalla mattina. Stavo già valutando
l'ipotesi di dormire a bordo strada e ripresentarmi la mattina in
spiaggia. In realtà dovevo tornare indietro, perchè la mattina lavoravo
con quelli dei traslochi. Mi facevo tre giorni di carico scarico e
bestemmie, raccattavo i soldi e poi tornavo al mare. La prima volta che
ero andato a lavorare con quelli dei traslochi gli altri abituali mi
guardavano male, mi davano le cose pesanti, cercavano di sbilanciarmi
quando si portava le cose in due. Poi alla pausa pranzo io m'ero messo
da parte e facevo finta di niente e all'epoca non c'era nemmeno un
cellulare su cui fingere di leggere i messaggi e quindi fingevo di
appisolarmi. Ma loro oltre che padri di famiglia erano gente che quella
storia lì la sapevano bene e a un certo punto uno si è alzato e m'ha
passato la metà di un panino enorme. Ho provato a dire che non avevo
fame e sono scoppiati tutti a ridere e da lì è cambiata la storia. Però
ho imparato che i soldi me li potevo spendere tutti tranne quelli del
panino e le altre giornate arrivavo con il mio e loro sorridevano a
vedermi. La birra era calde e la dava il boss e era quella nelle
bottiglie grosse. Insomma la mattina dopo c'era da svuotare una casa.
Legalmente intendo. Quindi non avevo voglia di dormire in spiaggia o a
bordo strada ma pareva proprio che nessuno avesse in animo di farmi fare
quei settanta chilometri fino al letto mio. Avevo perso quasi le
speranze e stavo ormai seduto e quasi non facevo più cenni ai fari che
spuntavano dalla curva. E' importante, quando spari il passaggio,
posizionarti strategicamente all'inizio di un punto buono per la frenata
e l'ammaraggio del mezzo a bordo strada. Aiuta. A un certo punto vedo
arrancare un mezzo con un faro solo. Ansimava con fatica sull'accenno di
salita di quella strada. S'è fermato. Era un autocarro di quelli con il
cassone scoperto e la doppia cabina per portare gli operai in numero di
cinque a libretto ma anche dieci alla bisogna. C'erano tre muratori,
erano schizzati di calcina, seduti davanti. Mi chiedono dove vado e loro
vanno proprio da quella parte. Poi ridono e mi dicono "però ti devi
adattare". Ho viaggiato tenendo un cesso in braccio. Era un cazzo di
camioncino carico di tazze di cesso. Ci hanno tenuto a rassicurarmi che
le tazze non erano ancora state mai usate. La mattina, prima di arrivare
alla piazza dove il boss ci caricava, sono passato a farmi fare il
panino alla salumeria, che quei soldi me li ero conservati a casa per
non spenderli.