"Anche l'abito fa
il monaco; la blusa nera e i calzoni d'oltreoceano costituiscono una specie di
immunizzazione morale di quell'esercito di gaglioffi"
Con queste parole il ministro di Grazia e Giustizia Guido Gonella
tuona dalle pagine della rivista Oggi
del 17 settembre 1959. Promotore di una legge mai approvata contro il teppismo
Gonella si fa portavoce di una diffusa inquietudine che trova conferme nelle
sale cinematografiche dove si proiettano film com Gioventù bruciata e Il
selvaggio. Nelle librerie circolano volumi pseudo sociologici come Giovani
al doppio gin. Sulle pagine dei giornali frequenti titoli segnalano con
allarme che la situazione sta tragicamente degenerando. Il Messaggero del 27
maggio 1959 ai lettori sgomenti propone il seguente titolo: Aggredisce per strada una signora tentando
di strapparle le vesti poi va a giocare a flipper. Il bravo cittadino, padre
di famiglia, legge queste cronache recandosi al lavoro con il tram. "Mi chiedo, di questo passo, dove andremo a
finire" mormora mentre attorno a lui altri scuotono la testa. E,
ancora, destano preoccupazione le canzoni diffuse dagli infernali juke-box, antenati
commerciali degli store on line dei nostri giorni, che consentono l'ascolto di
brani grazie alla moneta che si inseriva nell'apposita fessura. Cantanti
stranieri, presto imitati anche dalle nostre nuove leve canore, con i loro brani si contrappongono alla
consolidata linea melodica della canzone tradizionale. I testi poi, almeno
quelli in italiano, sembrano un oltraggio sistematico alla morale. Una
provocazione continua proposta lì a bella posta agli adulti che passano davanti
a quei juke box con la fretta che quei giorni di esplosione della produzione e
del mercato impongono. Siamo in pieno Boom economico, a metà tra gli anni
Cinquanta e i Sessanta, e l'Italia è ai vertici dei mercati internazionali. La
produzione di elettrodomestici, l'industria automobilistica, il settore del
petrolchimico e delle materie plastiche sono alcuni dei settori che decretano
il successo italiano nel mondo. Tra il 1959 e il 1963, mentre nell'aria suonano
i juke box, si quintuplica la produzione di autoveicoli. Nello stesso periodo
un milione e mezzo di frigoriferi prodotti e 634.000 televisori ci raccontano
che oltre alla produzione sono di certo aumentati i consumi. A partire dagli
anni Cinquanta i consumi vengono pilotati su specifiche categorie che, fino a
quel momento, si può dire non fossero riconoscibili nel tessuto sociale. Le
casalinghe sono le destinatarie di elettrodomestici e alimentari di produzione
industriale, ma anche di riviste e cataloghi a loro espressamente dedicati.
Attorno ai bambini si costruisce un fiorente mercato di articoli per
l'infanzia, giocattoli, alimenti e manualistica riferita ai temi
dell'educazione e dello sviluppo. La novità sono però i giovani. Fino alla
seconda guerra mondiale l'individuo era destinato sostanzialmente a dividere la
sua esistenza in due fasi: il mondo dell'infanzia e quello degli adulti. A
volte la prima fase era decisamente e drammaticamente ridotta per lasciare
subito spazio al mondo del lavoro. I giovani si collocano dunque in una sorta
di terra di mezzo tra queste due fasi temporali dell'esistenza. Si tratta di
una realtà fortemente connotata e caratterizzata da una contrapposizione al
mondo degli adulti e quindi alla tradizione. I giovani europei e americani
parlano, vestono, pensano in antitesi
agli adulti. Scelgono canzoni e libri a loro espressamente riferiti,
addirittura acquisiscono abitudini alimentari nuove. I primi capelloni, emuli
degli idoli del cinema e della musica, cominciano a girare per le strade
italiane. Sono figli anche della politica di quei giorni. Gli americani dopo la
seconda guerra mondiale elaborano con il piano Marshall un sistema di distribuzione
di aiuti che consenta agli stati europei la ripresa economica postbellica. Tra
gli accordi di questo piano c’è l’impegno italiano a doppiare e diffondere pellicole americane nelle sale del
paese. Si diffonde così un mito in cui elementi come i jeans, i calzoni
d’oltreoceano contro cui inveisce il ministro Gonella, o la gomma da masticare
diventano simboli della modernità e della moda giovanile. Alberto Sordi
racconta questa suggestione filmica e i risultati grotteschi che esercita sui
govani dell’epoca nel celebre Un
americano a Roma ma, con intenzioni più serie e con esiti altrettanto
grotteschi, si alternano in parlamento gli interventi che demonizzano questi
nuovi costumi. Ma è solo l’inizio. La distanza tra giovani e adulti è ormai un
dato di fatto, riproposto a ogni salto generazionale, da nuovi linguaggi, nuove
abitudini e nuovi eroi. Fino ai nostri giorni dove il mercato del lavoro carico
di incertezza costringe le persone a rimanere giovani, dipendenti dalla
famiglia e adattati alla precarietà di lavori a tempo determinato, oltre ogni
lecita speranza.
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