martedì 20 settembre 2011

tutto scomparirà e il vento ci porterà



http://www.youtube.com/watch?v=eUvApC0bwUk&feature=related



Oggi me la giravo coi cani e Ste dopo aver accompagnato Orso al semaforo. Di portarlo fino alla scuola non se ne parla che ormai ha timbrato undici anni a luglio e si misura coi passi suoi e con gli sguardi degli altri. Conosco quelle regole lì, che le regole della strada le sapevo anche senza prendere la patente, e m'attengo restandomene al parco coi cani e il giornale e con il fatto che io la colazione la faccio al bar e non è colpa mia se il bar è lì, a un passo dalla scuola, a un passo da casa, a un passo dal parco e dai cani, a un passo sempre che siamo razza di passo e siamo nomadi e quindi possiamo dire di tutto "a un passo da me". Insomma me ne stavo lì a guardare i nanetti che sgambettavano verso il plesso scolastico, che  le parole sono importanti e mentre mi ripeto "plesso" con quell'enfasi che ci mettono quando ti spiegano alle riunioni la didattica e lo spirito della scuola e ti chiedono i soldi per la carta igienica e le fotocopie, che va tutto nella stessa voce immagino, già mi sento che mio figlio ha un bel privilegio a frequentare un plesso scolastico mentre io andavo a scuola e basta. Insomma mi guardavo quelli delle medie che entrano alle otto e poi, complice la lettura del giornale, pure quelli delle elementari che entrano alle otto e mezza dall'altra porta del plesso, e diteglielo che è un plesso che a volte hanno la faccia di quelli della solita scuola e non si sentono baciati dalla fortuna come dovrebbero. mio figlio va alla scuola musicale. mio figlio ha uno zaino enorme colle ruote, che in belice ci vivono anche due famiglie in quell'intrico di cinghie e tasche. mio figlio ha la cartella da disegno che sembra la valigetta del protagonista di resident evil, il gioco non il film. Mio figlio ha avuto dopo selezione e test d'attitudine in sorte il violoncello come strumento. Gli piace il violoncello, lo alterna alla telecaster, lo alterna ma appoggia tutte le note gravi sulla struttura esile del condominio. Sta di fatto che in assetto da combattimento i nanetti che vanno ad affrontare il loro giorno al plesso scolastico arrivano come le truppe cammellate, gravate da fardelli che nemmeno i profughi. Dondolano sotto il peso di zaini e borse e righe e violoncelli, che ci sono anche quelli dell'arpa e dell'oboe, e sembrano forse speciali, truppe scelte in assetto da battaglia. si radunano nel cortile e diventano una voce sola, un mugghiare che monta. Fanteria dello spiazzo. E mi chiedo se davvero tutto quell'armamentario li farà migliori di noi che avevamo i libri legati colla cinghia e le borse sbrindellate e certe cartellete squadrate colle cinghie esili e dentro il sussidiario e l'astuccio colle matite smozziche, che adesso ti dicono pure la marca dei penneli da comprare e prima i penneli li facevi coi capelli della bambola di tua cugina. e non è che son vecchio e soprattutto non cado nel tranello, nella tagliola della memoria personale che tende a farmi pensare che eravamo meglio. da lì a inveire contro i giovani e come si vestono e questa musica che non è musica il passo è breve e io non ci posso cascare perchè lo dicevamo che le regole della strada le conosco, le altre magari no e pure in galateo son debole ma su quelle della strada vado sicuro. e quindi devo pesare i pensieri e mi basta poco a dirmi che non eravamo migliori se ora possiamo offrire solo questo campo santo bombardato del presente, colla carta igienica e la bottiglietta dell'acqua infilate nello zainettone. ma soprattutto il peso e le tecnologie fanno contrasto e stridono col passo dondolo dei nanetti. dice che c'è il tablet e l'ipod e il ciribaccolo digitale e questi si camallano delle gerle di materiale didattico. e poi fanno le ricerche su internet col copia incolla e copiaincollano da quegli altri encefalitici che compilano wikiqualcosa. dimmi tu. sta di fatto che i codici miniati sono ancora lì e io le foto lasciate nel computer sette anni fa non riesco più a recuperarle e nemmeno ad aprirle. tutta questa memoria azzera la memoria. in dieci anni siamo passati dai floppy alle chiavette e domenica mi si è svampato il computer e mi sono alzato e ne sono andato a comprare un altro e ho riattaccato a lavorare e a scrivere che 'sto libro a quattro mani con Mao mi sta divertendo parecchio e il signore dei computer mi chiede se avevo fatto il bechap e io lo guardo e sorrido che son qui a formattarmi l'anima tutte le mattin. ridatemi i frammenti di Parmenide, così, da tenerli nello zainone a scanso di plesso.

Nessun commento:

Posta un commento