Tutto comincia sempre da
suggestioni narrative, vuoi filmiche, vuoi cinematografiche. Su una bancarella
di Anzio da piccolo avevo trovato una vecchissima edizione di un romanzo di
Salgari, uno di quelli scritti per acchiappare due soldi dall'editore, che è lo
stesso per cui lavoro io ora, e che non aveva avuto molta diffusione. Si
intitolava "Al polo australe in velocipede".
La neve aveva ricoperto tutto di
brutto. Guardiamo dalla finestra e Dani mi dice "pensa prendere la bici
adesso e andare a correre nella neve al parco". Manca poco a mezzanotte.
Si vive una volta sola. Partiamo a manetta, cadiamo a più riprese ma ridiamo
come pazzi. Il parco è vuoto sul serio. Mentre torniamo una macchina delle
guardie ci affianca e chiede dove andiamo. Non ho documenti e sto lì a spiegare
che siamo un padre e un figlio un po' dementi ma simpatici. Tengo un profilo
bassissimo che voglio tornare a casa e non voglio spaventare Dani anche se mi
girano i coglioni che in quale cazzo di film si vede il maniaco che adesca i
bambini la notte nel parco in bici ficcato in quaranta centimetri di neve. E
anche come scippatori siamo improbabili. Ma io lo so che ci hanno fermato
perché siamo la cosa più innocua della notte e gli torneremo buoni per quando
dovranno scrivere il rapporto. “Fermati sospetti a bordo di biciclette di
dubbia provenienza... si consiglia di attenzionare in quanto già noti…”. Dicono
proprio attenzionare, mannaggia alla capa loro. Intanto ci squilla il
telefonino e passo a Dani che io sono lì quasi a dichiararmi prigioniero
politico. Ste non ci vede tornare e è preoccupata e vuole sapere dove cazzo
siamo finiti all'una passata e sotto la neve. Il ragazzo risponde a bella voce
"No, non ci siamo fatti male, ci hanno blindato i caramba". Dani anni
dodici, con la condizionale.
Tutto quello che riesco a pensare in quel momento è che in un
certo senso si sta raffinando. Da piccolo diceva "la caramba"
mischiando con "la pula" ora comincia a costruire delle significative
categorie aristoteliche. I vigili sono "i calimeri" mentre i
finanzieri li colloca in un territorio confuso in cui si muovono le guardie
forestali, i guardiani dei musei, il bigliettaio del cinema e gli sceriffi di
gomma che fanno la guardia davanti alla banca e al supermercato. Glielo vorrei spiegare all'uomo con la fiamma sul cappello ma poi lo vedo che fissa me e fissa le bici e fissa Dani e poi di nuovo me e non parla. Passa un certo tempo, mica poco, di quella danza degli occhi e delle facce poi ci mollano.
Sempre per suggestione filmica e
letteraria quella notte lì, tornando a casa mentre il freddo ci fotteva la
pelle, ho chiesto a mio figlio di chamarmi Dersu Uzala. Lui ha scelto Ernenek.
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