lunedì 13 agosto 2012

feriale notizia



In questo agosto che il caldo ti scivola lungo la schiena riducendoti il respiro al rantolo della ruota bucata e io son lo stesso che aggrappato alla moto nel cuore di un inverno da paese delle ombre lunghe ho invocato il sole giurandogli eterna fedeltà. In questo agosto che alle ondate di caldo abbiamo preso il vizio di dare un nome come fanno gli americani, sempre siano emulati in quella loro demente attitudine alla vita e alla memoria, e abbiamo avuto Caronte e Nerone e Caligola e Aulin e Girolimoni e Vegano, pescando a piene mani dal cesto delle nefandezze con cui abbiamo il vezzo di addobbare la storia dell'umanità. In questo agosto che son partito senza meta e mi morde il dubbio a ogni bivio, con qualche spicciolo in tasca e tutta la tribù vociante a farcire l'inespugnabile camioncino che da sempre ci porta guardando passare i mille altri mezzi che pure gli abbiamo affiancato in questi anni per abituarci alla modernità che incalza e che ogni volta ha surclassato con quel suo passo ronfo e inarrestabile e quella sua possibilità infinità di caricare sul cassone tutte le schegge di sogno che recuperiamo andando. In questo agosto che è il tempo d'essere vivi per un mucchio di gente qui attorno nel campeggio di oggi e ci sono gli sportivi a oltranza che quest'anno si fanno portare sulla tavola a fior di flutto da un paracadute e ci sono i maghi della griglia che sono unti fin dentro le palpebre e ci sono i genitori apprensivi che per tutto il resto dell'anno hanno l'alibi delle mura domestiche ma ora devono tenere il fiato mentre i figli si tuffano a bomba dal trampolino della piscinetta o vanno in bici a prendere il gelato. In questo agosto che se vuoi trombare non hai che da guardarti intorno e tutto succede ma me l'avessero regalata a vent'anni questa maledetta occasione sarebbe stata diversa che oggi, ancora invaso da un desiderio che è da sempre cifra del mio vivere, la felicità mia strappata a morsi dalla vita e portata fino a qui, troppo spesso dovrebbe misurarsi con solitudini naufragiche mascherate da pozzi dei desideri e allora passo la mano che il dolore degli altri è soltanto dolore a metà e il mezzo gaudio m'è sempre stato sui coglioni. In questo agosto che dopo una giornata ficcato nel mare mi lascio l'ombra di salsedine a fior di labbra per regalare un bacio di potente evocazione e rubare un'altra notte. In questo agosto di amici ritrovati, che ho questo vizio a ogni incontro di pensare di non avere altre occasioni e quindi spendo tutto di voci e risate e passione. In questo agosto che per ore son restato ficcato nel bosco col cane a sentire i rumori e le voci lasciando scendere il buio sulla mia attesa. In quest'agosto che ficcato nel bosco ho avuto l'illuminazione e ho percepito la mia natura più spirituale arrivando a pensare, di fronte a quel prodigio di rami e terra e cielo e odor di acqua che corre, che tutto quello che facciamo nel nome e nella legge di un dio, un qualsiasi dio, è una bestemmia in faccia all'uomo. In questo agosto che una volta ingoiato dalle grotte insieme a mio figlio, con le torce schermate per non far impazzire i pipistrelli addormentati nella pancia della terra, arrivati nel cuore della roccia buia per terra abbiamo trovato lo scontrino di un supermercato di tre giorni prima per scoprire che chi ci aveva preceduto aveva comprato un termos e uno zaino nel più becero dei centri commerciali, uccidendoci la suggestione d'avventura salgariana. In questo agosto.

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