sabato 11 aprile 2020

ho fatto un sogno






Ho fatto un sogno e era uno di quei film che ti tolgono il respiro e ci finisci dentro e corri come fossi inseguito dai segugi di Tindalos e ti svegli sudato e nel corridoio senti i segugi di Tindalos che ti hanno trovato. Ho fatto un sogno e ero in una stanza di casa mia e ci invecchiavo e non rivedevo mai più i milioni di posti che ho chiamato casa in questi anni. Ho fatto un sogno e le strade erano svuotate come in un film postapocalittico fatto da un maestro del neorealismo. Ho fatto un sogno e c’era uno scheletro al bancone del bar che aspettava il resto nell’ombra di una bolletta non pagata e Hopper rideva e tu non sai chi è Hopper perché non sai mai un cazzo. Ho fatto un sogno e Bob Dylan era l’Omero di questo presente e Leonard Cohen il maestro di cerimonia e Nick Cave il ministro della cognizione del dolore. Ho fatto un sogno e gli amici miei artisti dopo il primo smarrimento erano quelli che avevano saputo ancora una volta trovare il modo, segno che in caso di disastro nucleare sopravviveranno le blatte e gli artisti e forse anche di me la morte non saprà che farsene. Ho fatto un sogno e la gente moriva da sola, senza saper posare sul comodino le ultime parole, morsa dal dubbio di non lasciare memoria, ignorando il dolore dei cari che non si vorrebbe sopportare ma che ci spetta e ci aspetta. Ho fatto un sogno e nelle case rimanevano cani e gatti a leggere l’odore di un mondo diverso che arrivava dalla finestra e quel vecchio se lo sono portato via e non torna il suo passo nelle stanze e la coperta sul divano dove lui e i suoi animali facevano i ricordi crociati. Ho fatto un sogno e c’era la più grande potenza del mondo, la culla della democrazia, che prendeva gli ultimi, la schiuma della terra, e li metteva in file ordinate ad occupare uno spazio pertinenziale di enormi parcheggi. Un rettangolo sotto il sole nel quale circoscrivere le tue coperte, i tuoi cartoni e il tuo odore. Piazzati come auto vecchie nei parcheggi vuoti dei centri commerciali. Una sintesi mostruosa di angoscia novecentesca sospesa tra fordismo e sterminio di massa, perché l’orrore parte sempre dalla disposizione ordinata dei letti a mille e mille. Ho fatto un sogno e in quello stesso paese c’erano le fosse comuni perché la morte di massa ha un senso come il consumo di massa. Ho fatto un sogno e ogni giorno si riscrivevano le pagine del Milione con il racconto dei pipistrelli mangiati golosamente da quelle genti così lontane e così pericolose. Ho fatto un sogno che da quel paese arrivavano notizie confuse e all’inizio sembrava fosse un racconto tra i tanti che riempiono la rete e dice che se esci di casa ti sparano in testa e dice che muoiono a migliaia e dice che è una cosa fatta in laboratorio e dice che hanno già il vaccino ma lo tireranno fuori per farci i soldi a pacchi quando al mondo gli si stringerà il culo dalla paura e dice che non muoiono mai i cinesi e non sai mai quanti sono e insomma io non mi sono mai fidato. Ho fatto un sogno e agli albori dell’ecatombe c’erano quelli illuminati e progressisti che consumavano tutto l’ardore dei loro pensieri precotti, buoni da spendere all’aperitivo, organizzando cene sfrontate nel ristorante cinese sotto casa. Si facevano i selfie e morta lì. Ho fatto un sogno e gli ottusi che sono il cemento dell’oggi, bardati delle loro armature di luoghi comuni e conoscenze comprate al discount della miseria umana, continuavano a dare la colpa a quelli che arrivavano con i gommoni e a spartirsi in gruppi ideologici imbarazzanti dove il senso delle loro idee era tutto nelle loro paure oscure. Ho fatto un sogno e quelli che parlavano di razza pura erano gravati dalle peggiori tare e quasi mai avevano figli. Ho fatto un sogno dove la gente da un pezzo aveva preso a confondere le opinioni con le conoscenze e ti sapevano spiegare tutto ma poi scoprivi che a quel tutto corrispondeva il solito nulla rassicurante del naufragio perenne che chiamiamo i nostri giorni. Ho fatto un sogno e la politica era sincronizzata con il mondo con la stessa nozione del tempo che ha un protozoo, immobile nella sua evoluzione da milioni di anni. Facevano decreti e litigavano ancora e prendevano tempo ma dicevano di prendere decisioni, nemmeno buoni a inventare un cazzo di modulo inutile per dichiarare che stai camminando verso il lattaio. Ho fatto un sogno e tutti stavano aggrappati alla rete e la gente faceva le videochiamate perché nelle settimane il dubbio si era insinuato e cominciavi a non credere al tuo mondo di prima come non t’ha mai convinto nemmeno dio. Ho fatto un sogno e c’era il pontefice massimo che benediceva la piazza vuota e una via crucis a galleggiare nel vuoto di tutto, forse la cosa più vera su cui abbiamo potuto contare in questo tempo rubato al tempo. Ho fatto un sogno e le pubblicità si erano tutte riposizionate sull’oggi e tutto quello che avresti potuto desiderare e consumare era buono per uscire vincitori da questo impaccio della morte di massa, che di questo si tratta diciamocelo. Ho fatto un sogno ed era un amico mio che prendeva un pugno di monete, le ultime, e andava a compraqrsi i vini migliori e un uovo di pasqua per guardare in faccia ai sogni. Anche al mio sogno. Ho fatto un sogno e erano le risate che mi faccio la notte rimanendo sul balcone a parlare con Ste mentre le finestre di fronte restano accese fino a tardi e i vicini hanno fortunatamente smesso di mettere le canzoni a tutto volume. Ho fatto un sogno e un runner inseguiva un proprietario di cane che inseguiva un anziano ribelle che inseguiva un bimbo con il monopattino che inseguiva un pusher che inseguiva un taxista che al mercato mio padre comprò. Ho fatto un sogno che i medici morivano e gli infermieri morivano e gli ambulanzieri morivano e certi si arricchivano vendendo milioni di mascherine ciucche che non sarebbero arrivate mai. Ho fatto un sogno che tutto il potere ai vigili e quello era l’incubo peggiore. Ho fatto un sogno che ho sognato dii nuovo che si muore soli e questo è il distillato di questi giorni che sono nostri come una scomoda eredità di un parente pazzo. Ho fatto un sogno e in quel sogno una’ombra era destinata a morire sola ogni giorno allo stesso modo, come muore Hattie Carroll, lasciando dieci figli a casa e un lavoro schifoso da cameriera in un posto lurido. Ho fatto un sogno e mio figlio sorrideva e era passata la tempesta e lui partiva in moto per il mondo e la moto non era la mia, quella la guidavo io.





1 commento:

  1. Che affascinante l'ultimo sogno...
    Quante volte siamo partiti per l'oltre, più curiosi e più veloci della katrina alle nostre spalle, a inventaci un vento diverso nell'aria stagnante davanti a noi.
    Io sulla mia e lui sulla sua; e poi lui sulla mia e io sulla sua. Ma non ho mai capito chi tra i due era billy e chi era wyatt e george non l'abbiamo mai trovato, così ci ha trovati la tempesta.

    E

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