venerdì 2 novembre 2018

mastica e guarda




Dei primi giorni di scuola alle medie, ero alla Ellero di Udine, mi ricordo le prove di evacuazione. Niente di tecnologico, che la cosa più all’avanguardia di quell’istituto lì era la preside che si chiamava Fannì e era una signora avanti negli anni e con un continuo fremito di sopracciglia foltissime che facevan tutt’uno con la montatura tartarugata degli occhiali a lente spessa. Insomma, reduci di recentissimo sisma, certi dicono sismo, ci addestravamo a fuggire con ordine. Un bidello mezzo sciancato passava dall’aula e diceva “uscire” o altra frase concordata. che per quei tempi lì deliranti avrebbe potuto essere anche “uomo in mare” o “tora, tora tora”. Noi ci alzavamo e in fila vociante scendevamo le scale. In cortile c’erano gli altri alunni, almeno quelli raggiunti fino a quel momento dal segnale di evacuazione. Si giocava col frisbee che a quel tempo era una novità sconcertante e c’erano quelli veri comprati al negozio di giocattoli di via Paolo Sarpi o all’Upim, ma la maggior parte erano ricavati dal coperchio del fustino di una certa marca. Questi succedanei del frisbee erano in plastica blu e erano a ben guardare più pesanti e quando ti arrivavano in testa era una manganellata da non scherzarci. Del resto in quello stesso cortile, giocando a calcio con la parabola di un vecchio maggiolone, a me m’hanno tranciato il naso e sarà per questo che a tutt’oggi distinguo solo certi specifici odori tra cui spiccano la pizza, la passera, il cacao, le pagine stampate di fresco, le fragole, la moto, la pelle anche quella dei giubbotti.E con questo mi sono risparmiato di rivelarvi più avanti i miei gusti e il senso ultimo della vita a mio giudizio. Sia come sia in quei giorni era scoppiata la moda delle Big Babol e in classe era un continuo PAF di palloni che esplodevano sulle facce nostre ottuse. si sentiva l' odore di quelle gomme, tipo fragola sintetica, misto agli afrori della nostra età di transito, con le voci che passavano dal falsetto al baritono e un' ombra di baffo che ai più svelti già compariva sul labbro superiore. Poi si è sparsa la voce che il bambino che cantava "Mi scappa la pipì papà", una canzone che all'epoca furoreggiava, era morto per aver masticato un inverosimile bolo di gomme Big Babol e per molti della mia generazione è iniziata l'epoca della prudenza. Abbiamo imparato a guardare il presente virare in storia continuando a masticare piano, come mucche a bordo strada. Ed è stato l'inizio della fine.

Nessun commento:

Posta un commento