mercoledì 25 giugno 2014

Border line








Sono cresciuto in un posto dove c'era un pezzo di terra zellosa dietro i palazzi e ci andavamo a giocare a pallone o a sdraiarci nell'erba a fumare le prime sigarette ciancicate o a parlare di quell'amore che non sapevamo, ispirati dai resti secchi delle copule notturne di quelli più grandi che andavano lì la notte. Lo chiamavamo Milanino quel lembo di sassi e erba stinta, senza saperne il motivo. Sono cresciuto in un posto dove in fondo al Milanino c'era la casetta del casellante di un qualche binario morto, che lì ci arrivavano tracce della modernità solo quando già erano da seppellire e una mattina tutta quella famiglia l'hanno trovata ammazzata a fendenti di lama larga e noi, che eravamo in vita per violare tutto, lì dentro non ci siamo mai entrati. Sono cresciuto in un posto dove gli zingari si chamavano Elvis e Tarzan e erano quelli più signori che avevano le auto americane e le moto e a Dumbo gli avevano lasciato in uso un Suzuki 750 e noi ci giravamo in tre per fare la somma dell'età e averci gli anni giusti per una patente. Sono cresciuto in un posto dove era impossibile giocare a guardia e ladri perchè nessuno voleva fare una delle due categorie e non sto parlando dei ladri, che lì il furto era considerato una proprietà. Sono cresciuto in un posto dove quello che vendeva gli alimentari stava dentro una specie di garage e dovevi saperlo che era lì e noi si andava a prendere la bottiglia di aranciata e mentre uno pagava gli altri si imboscavano i Ringo e i Kinder e voglio farti presente che c'era una strategia perchè l'aranciata era troppo voluminosa e costava meno di tutto. Sono cresciuto in un posto dove bevevamo quell'aranciata artificiale degli anni settanta e dicevamo che ci spariva il raffreddore per via delle vitamine. Sono cresciuto in un posto dove si giocava a basket per dodici ore di seguito e a giugno erano quasi tutti bocciati. Sono cresciuto in un posto che era proprio al limite della città e era comodo giusto quando venivi dall'autostrada che pagavi al casello e eri subito a casa. Sono cresciuto in un posto dove noi tornavamo raramente da un viaggio in autostrada. Sono cresciuto in un posto che quando sono tornato dopo anni con il mio Ciao riverniciato rosso, l'ho parcheggiato e sono andato a trovare i miei e quando sono sceso non c'era più. Sono cresciuto in un posto che il Ciao l'ho ritrovato sotto casa la sera con un biglietto con scritto "scusa" e mica lo sapevano che avevo cambiato colore al motorino mio. Sono cresciuto in un posto che ancora oggi ci proteggiamo uno con l'altro anche a distanza di centinaia di chilometri. Sono cresciuto in un posto che c'era la fabbrica della birra e nemmeno te lo immagini che puzza fanno il malto e il luppolo l'estate. Sono cresciuto in un posto che si era tutti ska e punk e dark e cose così e avevamo i vestiti strani e la musica a palla e gli anfibi e i cappottoni neri. Sono cresciuto in un posto che abbiamo ancora gli anfibi e la musica che ci corre dentro. Sono cresciuto in un posto che l'autobus numero 4 era il nostro Pequod. Sono cresciuto in un posto che poi sono andato a vivere in mille altre città e mi muovevo sempre come fossi sceso in strada in quel posto. Sono cresciuto in un posto che l'ho capito che bisogna godersela finchè si può, è l'unica cosa che vale. Sono cresciuto in un posto che lo posso anche raccontare e poi dimmi se non è un colpo di culo.

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