giovedì 6 settembre 2012

calor bianco

Giorgio Olmoti, dopo pranzo nell'afa di agosto, Udine, 2012

Un'amica una volta mi disse che ad andare al cinema con me si provava un velo di imbarazzo perchè sembrava che in sala tutti guardassero lo schermo e io continuassi a guardare la gente. Un maledetto vizio che m'ha portato a interessarmi più alle cucine che alla sala pranzo, ai camerini piuttosto che alla ribalta. Ogni volta che incappo in un "tempo tecnico", un inciampo nella natura umana che la governa, di una qualche macchina narrativa, mi incuriosisco e m'affascino. Il re è nudo e dio non esiste, e non esiste il racconto ufficiale, rimangono le frasi di strada e una memoria collettiva nutrita di invenzioni e dolore e risate senza nessun artificio che le renda immortali. Uscivo da una trattoria dove avevo trovato rifugio al maledetto caldo di questo agosto barricandomi dietro una birra ghiacciata e mi sono imbattuto in questa scena. Quando si dice una giornata al calor bianco

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