"e io piangerò e saranno lacrime di silicone, perchè il futuro tutti ci svelerà per quegli androidi di prima generazione che siamo, difettosi nel chip dell'emozione." blughost
mercoledì 13 maggio 2020
treni
In treno. Partiamo da Torino a Udine. Siamo stanchissimi e fa freddo. Di fronte si siede un vecchio signore distintissimo. Siciliano. Dice di essere un dirigente di una squadra di calcio importante. Parla con voce roca e mi spiega che sta andando a Padova per una visita. Mi racconta la sua vita ma intanto chiede parecchio di me. Passiamo Padova e resta sul treno. Prosegue fino a Udine. Io a dirgli ma come e lui vabbè, sto ancora un po' con voi, sete bravi ragazzi. Lo accompagniamo in un albergo di fronte alla stazione. Notte e freddo. Abbiamo la moto parcheggiata e dobbiamo proseguire per Povoletto dove vivevamo allora. A questo punto il tipo è evidente che è uno strano. Ci invita a cena ma diciamo che abbiamo fretta di tornare a casa. La mattina mi chiama dall'albergo. Gli ho dato il mio numero che non dico di solito nemmeno se mi torturano i nazisti, ma ero curioso di sapere dove andavamo a finire. Dice che ha bisogno di vedermi. Telefono a Franchino e gli dico che vado a ficcarmi in un cazzo di guaio. Lui è un amico vero e ne abbiamo viste tante insieme e ora è andato avanti e mi manca. Si fa trovare davanti all'albergo con la moto. Non chiede nulla e non entra. Resta fuori sulla sua xt 500 e rido pensando che se dobbiamo scappare quella moto di sicuro non partirà al primo colpo di pedalina. Io sono arrivato con la mia Guzzi. Siamo messi bene. Il vecchio è in camera. In pigiama. Si è fatto portare la colazione in camera. Vuole vendermi pietre preziose. Gli dico che ha sbagliato tutto. Gli prendo l'agendina e tolgo la pagina con il mio numero. Ci guardiamo senza parlare. Sorrido e me ne vado e non ne saprò più niente. Per sempre. Train de vie
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